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al testo di Marco Armando Ribani
Le visioni
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Le visioni non fanno parte dell’azione cosi camminare tra gli strati da scorza a scorza togliendo passato al passato inserendo leggende e credenze e pozioni resti carbonizzati di fuochi e lingue impietrite e pietre conficcate a forza nelle teste -tra la pelle- ei denti e gli occhi incastonati più lontano lo stupore emergente di un corno di cervo biforcuto che la pioggia pulisce solerte Nel fiume dell’occulto non c’è una direzione si va per voci e per richiami che bucano la mente o infiammano la pelle Solo all’alba e al tramonto nei cerchi magici come da bambini si puo’ gridare “tana” e sedersi nel centro di noi Circondati nel ripetersi dei giorni Eppure da questo stato magico non viene nessuna soluzione solo domande e interrogazioni “Ma quante sono le forme dell’amore?” “ E i lombrichi ci amano rendendo fertile la terra?
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